PUNTI DI VISTA
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Endelea: tre lezioni su come costruire solide relazioni commerciali internazionali
La fondatrice di questo marchio di moda etica racconta come l'essere riuscita a creare il team giusto abbia consentito alla sua impresa di produrre capi di abbigliamento che fanno la differenza.
Tempo di lettura medio: 5 minuti
I risultati in sintesi
È stato essenziale creare rapporti di lavoro solidi per Endelea,
Organizzare la produzione in un mercato sconosciuto spesso non può prescindere dal comprendere le differenze culturali nell'approccio al lavoro.
Investire nello sviluppo delle competenze dei talenti locali può essere vantaggioso per l'azienda
un'impresa di moda etica con sede in Italia e in Tanzania. Per la fondatrice Francesca De Gottardo è stato importante, a un certo punto, fidarsi della capacità dei suoi sarti di realizzare il lavoro anche senza di lei.
Il segreto è avere pazienza e lavorare assieme al proprio team, per trovare soluzioni che funzionano per tutti.
ma anche per le comunità in cui opera.
È stato essenziale creare rapporti di lavoro solidi per Endelea,
un'impresa di moda etica con sede in Italia e in Tanzania. Per la fondatrice Francesca De Gottardo è stato importante, a un certo punto, fidarsi della capacità dei suoi sarti di realizzare il lavoro anche senza di lei.
Organizzare la produzione in un mercato sconosciuto spesso non può prescindere dal comprendere le differenze culturali nell'approccio al lavoro.
Il segreto è avere pazienza e lavorare assieme al proprio team, per trovare soluzioni che funzionano per tutti.
Investire nello sviluppo delle competenze dei talenti locali può essere vantaggioso per l'azienda
ma anche per le comunità in cui opera.
Francesca De Gottardo
Riuscire a creare relazioni di lavoro positive è importante per qualsiasi impresa. Ma per Francesca de Gottardo, fondatrice di una società guidata da una visione molto precisa, con operazioni divise su due continenti, questo aspetto è stato davvero determinante.
La sua impresa di moda etica, Endelea, finalista del Bando di Concorso FedEx per le PMI 2021, impiega oggi 28 persone, dislocate tra Milano, la sede centrale, e il laboratorio di produzione di Dar es Salaam, in Tanzania. I capi sono disegnati in Italia, dove vive Francesca, ma interamente prodotti in Tanzania da sarti e sarte del posto, con tessuti provenienti dai mercati locali.
“Fin da subito, il mio obiettivo è stato quello di creare valore insieme ai tanzaniani”, spiega. “Reinvestiamo una percentuale dei nostri ricavi in programmi educativi locali. Quindi, più vendiamo, più possiamo lasciare il segno”.
Una forte impronta etica è stata il motore di tutta l'impresa fin dall'inizio. I sarti che lavorano per Endelea ricevono un salario del 96% superiore rispetto al salario medio tanzaniano”, spiega Francesca, “e un’assicurazione sanitaria. Endelea si fa inoltre carico dei costi di trasporto legati al tragitto tra casa e il lavoro e offre pranzi gratuiti”.
"Più vendiamo, più possiamo lasciare il segno”.
Tuttavia, nonostante questi incentivi, non è sempre facile trovare un numero sufficiente di sarti locali con le giuste competenze e la giusta etica del lavoro. La sartoria è vista come un’attività non strutturata in Tanzania: quando Francesca ha iniziato a progettare Endelea, si è accorta che l’università locale non offriva nessun programma di fashion design. “Ho conosciuto una sarta locale e le ho chiesto se poteva aiutarmi a trovare altre colleghe”, spiega. “Alcuni nei nostri sarti più capaci li abbiamo trovati proprio grazie al passaparola. Alcuni provengono dall’università, altri da una scuola di sartoria. Abbiamo iniziato inserendoli inizialmente come apprendisti".
Francesca ha spiegato, infatti, che alcuni hanno iniziato a lavorare con Endelea come apprendisti, acquisendo e sviluppando le competenze necessarie nel tempo. “Sono davvero felice dell’ambiente che abbiamo creato, un ambiente in cui le persone possono crescere e scambiarsi insegnamenti e competenze”.
Gli sforzi di Francesca per instaurare relazioni fruttuose hanno permesso a Endelea di conquistare più di 2.800 clienti, segnando, nel 2022, una crescita del 140% rispetto all'anno precedente. Il suo mercato principale è l'Italia, seguita da Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi, con prospettive di vendita negli Stati Uniti a partire da fine 2022 o inizio 2023.
In questo articolo, Francesca spiega tre delle lezioni che ha appreso dalla sua esperienza: creare relazioni di lavoro decisive in un mercato poco conosciuto.
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Allentate la presa e fidatevi del vostro team
Francesca aveva programmato di tornare in Tanzania nella primavera del 2020, per supervisionare la produzione della nuova collezione. Solo tre mesi dopo la fondazione ufficiale di Endelea, però, in Italia è partito il lockdown anti-COVID. Francesca era bloccata a Milano, impossibilitata a recarsi nel laboratorio di Endelea. Non aveva scelta: doveva fidarsi del suo nuovo team di Dar es Salaam e della sua capacità di portare avanti il lavoro anche in sua assenza.
“Ho spedito i cartamodelli e ho fatto tantissime videochiamate su Whatsapp per mostrare come dovessero essere realizzati”, spiega. “Alla fine hanno creato l'intera collezione da soli: un risultato davvero formidabile”. I grandi risultati del team nel produrre in autonomia i capi ha spinto Francesca a registrare l’impresa anche in Tanzania, in società con una delle sue modiste, Rose Minja.
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Preparatevi ad affrontare le differenze culturali
Lavorare con i professionisti locali non è sempre stato facile. Francesca si è accorta ben presto che le diversità nella cultura del lavoro tra l'Italia e la Tanzania presentavano delle sfide quando si trattava di ottenere i risultati previsti. “In un Paese come la Tanzania è molto complicato lavorare con i sarti a tempo pieno”, spiega. “Questo perché generalmente in Tanzania i sarti svolgono il lavoro in forma autonoma, da casa. Il fatto di arrivare al lavoro in orario, collaborare in team o sottoporre la qualità del proprio lavoro al controllo di altri è stata una cosa nuova, diversa. E non è stata congeniale a tutti, tanto che diversi hanno scelto di lasciare l'impresa”.
Per favorire l'adattamento dei sarti locali, Francesca e la sua partner hanno quindi deciso di introdurre alcuni incentivi: hanno vincolato il pasto gratuito alla puntualità al lavoro e hanno introdotto un sistema di bonus. “Li abbiamo resi responsabili del loro lavoro e a poco a poco abbiamo instillato una nuova etica professionale. Le persone sono rimaste, e il loro lavoro di squadra oggi è formidabile".
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Investite nello sviluppo delle competenze
Francesca è determinata ad ampliare la sua attività e a collaborare con altri progetti etici. Crescendo, Endelea aveva bisogno di nuovi professionisti competenti, in grado di produrre i capi richiesti. Tuttavia, nessuno dei candidati proposti dalle associazioni di beneficenza locali che sperava di coinvolgere si sono dimostrati all'altezza degli standard di Endelea. Per colmare questo divario, l'azienda ha lanciato un programma di apprendistato presso il suo workshop di Dar es Salaam.
"Abbiamo creato una collaborazione con un'impresa sociale chiamata Mabinti Centre, gestita dall'ospedale di Dar es Salaam e dedicata alle donne che hanno subito interventi per fistula", spiega De Gottardo. "Sanno cucire, ma magari non a un livello professionale internazionale. Abbiamo quindi creato un programma per cui una persona di Mabinti viene a lavorare con noi. Viene pagata come i nostri sarti e può sperimentare il modo in cui lavoriamo e imparare dai colleghi. Dopo due mesi, quella persona torna al Centro Mabinti e un'altra prende il suo posto".
Francesca spiega che il progetto è già in corso, con l'obiettivo di formare tutte le donne del centro, per consentire loro di vendere i propri prodotti al di fuori della Tanzania. È un vantaggio anche per Endelea, che può contare su un numero maggiore di professionisti qualificati in zona. "L'obiettivo sarebbe poi quello di collaborare con altri progetti in modo analogo. Voglio condividere le nostre conoscenze", afferma.
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